La stagione 1940-1941 fa entrare il Venezia negli annali del calcio italiano. Nel campionato di Serie B 1937-1938, nel quale il Venezia giunge ottavo, Bennati getta le basi della successiva stagione facendo seguire giocatori importanti come Víctor Tortora e Giovanni Alberti, che a fine campionato approderanno in laguna. Tra i giocatori distintisi in questo periodo di storia del Venezia si ricordano Giovanni “Nane” Vecchina, poi pluricampione d’Italia con la Juventus e nazionale azzurro, il portiere De Sanzuane e Aldo Gorini che disputò i suoi quindici anni d’attività indossando solo la maglia dei lagunari. Nel 1911-1912 il Venezia, dopo aver vinto il girone veneto-emiliano, raggiunse la finale nazionale contro la Pro Vercelli, perdendo poi per 7-0 all’andata e per 6-0 al ritorno. Delneri s’impongono per 1-0 ottenendo il passaggio ai play-off, dove incontrano gli austriaci dello Sturm Graz superati con un risultato aggregato di 3-1 (vittorie 2-1 a Graz e 1-0 a Torino).
Un secondo posto raggiunto all’ultima giornata andando a vincere a Bergamo con l’Atalanta (1-0), affiancandola in classifica e ottenendo la promozione grazie ad un miglior quoziente-reti. Il sogno dell’Italia svanisce in finale: l’Uruguay vince 1-0 ed è campione del mondo. A chiudere la top five, il club di Aurelio De Laurentiis campione d’Italia in carica. I calzoncini bianchi recavano, sulla destra, una striscia azzurra, alla base della quale era collocato il logo del club. Punto di forza di quella formazione era “la mediana di ferro” Varini-Biffi-Kossovel. Nella stagione 1947-1948 il Venezia ottiene un ottimo quarto posto, mentre nell’annata successiva il direttore sportivo Giuseppe Girani e l’allenatore Mario Villini riescono addirittura a condurre il Venezia al secondo posto del campionato di Serie B ottenendo la promozione nella massima serie assieme al Como, e surclassando il Vicenza di un solo punto. Direttore lo spezia ha ufficializzato Calaiò da noi! Il Venezia riesce ad arrivare al triangolare finale con Spezia e Torino, ma a prevalere saranno i primi grazie anche alla sconfitta subita dal Venezia (2-5) nell’ultima gara contro i granata degli ex Loik e Mazzola. La vendita nell’estate 1942 di Loik e Mazzola al Torino, per l’allora esorbitante cifra di un milione, sommata all’abbandono di Piazza, rompe il perfetto giocattolo lagunare che la stagione successiva in Serie A ottiene solo una stentata salvezza, pur raggiungendo ancora una volta la finale di Coppa Italia, dove il Venezia viene sconfitto 4-0 a Milano dal Torino, con una rete segnata anche da Mazzola.
A rinforzare i lagunari allenati da Giovanni Battista Rebuffo arrivano Piazza, Alberico, ma soprattutto il fiumano Ezio Loik. A poche domeniche dal termine, i neroverdi hanno l’occasione di fermare la Roma ospitandola al Penzo, ma dopo aver fallito un rigore i lagunari perdono incredibilmente la partita compromettendo il campionato. I lagunari in quegli anni colpirono a tal punto la stampa nazionale che venne addirittura presa in considerazione la possibilità di trapiantare in nazionale il blocco del Venezia. In particolare, metà delle società avrebbero costituito la Divisione Nazionale Serie A, quelle classificate tra la nona e la quattordicesima posizione la Divisione Nazionale Serie B insieme alle quattro vincenti della Prima Divisione, mentre le ultime due classificate di ogni girone sarebbero state addirittura retrocesse in Prima Divisione. Il calcio nazionale torna dopo la guerra con il campionato Alta Italia 1945-1946. Il Venezia arriva penultimo davanti alla Sampierdarenese. L’anno successivo, con il tricolore della Coppa Italia appuntato al petto, il Venezia ha addirittura lo scudetto a portata di mano. L’anno successivo, l’Italia è spezzata in due dalla guerra e si disputa un campionato ridotto limitato all’Alta Italia. Coppa Italia e iscrive per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro dei trofei nazionali grazie a questa formazione: Fioravanti, Piazza, Di Gennaro, Tortora (il capitano), Puppo (il giocatore con più presenze in A del Venezia: 145), Stefanini, Alberti, Loik, Pernigo, Diotalevi, Mazzola, Alberico.
Solo ulteriori spareggi in campo neutro portarono il Venezia a giocarsi la salvezza nella gara decisiva giocata a Roma l’11 luglio 1937 contro il Catania e vinta per 4-0. Nello stesso anno il Venezia raggiunse gli ottavi in Coppa Italia contro il Milan. Come riporta Sky Sport, in fatti, il Genoa avrebbe effettuato un primo sondaggio per l’ex giocatore dello Shakhtar, che potrebbe rinforzare il reparto offensivo della squadra di Prandelli già a gennaio. La squadra che aveva ottenuto la promozione viene rivoluzionata; fra i nuovi acquisti l’ala destra Roberto Rambaudi e il centrocampista mancino Giuseppe Signori, che Zeman schiera nel tridente d’attacco. Aurora F.B.C., società minore lagunare, decisero di unire le forze ribattezzando la squadra neroverde in Associazione Calcio Venezia. Con il ritorno in Serie A dopo dodici anni di assenza la rosa del Venezia viene rinforzata. Inoltre ci fu il ritorno ai tradizionali colori neroverdi. La nuova società venne ribattezzata Società Sportiva Serenissima e furono cambiati anche i colori sociali con l’adozione del rosso veneziano della bandiera del Leone di San Marco, mentre sul petto venne apposto il classico leone marciano. I proventi futuri che le banche hanno anticipato non sono stati, però, quelli dei diritti televisivi o delle sponsorizzazioni, considerati troppo variabili nel tempo per essere presi in considerazione ai fini finanziari, ma gli incassi derivanti dal botteghino, che per le società inglesi, da quando la violenza è stata debellata, risultano in costante crescita.
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