La nazionale di calcio della Jugoslavia (in serbo-croato Fudbalska reprezentacija Jugoslavije) fu, dal 1920 al 1992, la rappresentativa calcistica nazionale jugoslava, ivi comprendente anche il periodo tra il 1920 e il 1929 in cui il Paese era noto con il nome ufficiale di Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Nel secondo dopoguerra vennero via via inserite categorizzazioni più precise, soprattutto per introdurre criteri di convocazione oggettivi e uguali per tutti, sia per via della progressiva istituzione di tornei giovanili sia per dare un quadro di riferimento chiaro al torneo olimpico di calcio: il regolamento del CIO prevedeva infatti che la partecipazione fosse riservata solo ad atleti il cui status era formalmente di dilettante. Tutta quest’accozzaglia di roba infilata sul corpo di queste non tanto eleganti signore indica il loro status sociale, la loro etnia e le loro tradizioni. 2002 – Cambia denominazione in Associazione Calcio Mantova. In quattro anni il Mantova è passato dalla quarta serie all’Olimpo del calcio. Nelle stagioni di Serie B 2013-2014 (da aprile) e 2014-2015, dietro alle reti delle porte venne posizionato un piccolo cartellone recante il marchio You&Eni di Eni, uno dei partner del campionato cadetto al tempo. “Mi sono sempre piaciute le cose elettroniche dai computer, agli ipad, ai telefonini e quando sono usciti i droni non potevo non essere uno dei primi a metterci le mani sopra.
I primi sei mesi sono stati fondamentali. Nella stagione successiva, il campionato viene interrotto prematuramente il 25 ottobre 2020 a causa della seconda ondata di COVID-19, con i rossoblù primi in classifica. Il 2007 inizia col Parma penultimo in classifica. Dell’originale chiesa romanica rimane solo il lato orientale che dà sulla strada e parte di quello settentrionale. Poi in porta entro centrale, fissando il dischetto i pali e la traversa e poi poggio asciugamano e guanti di riserva nel lato sinistro. Poi quando mi guardo a fine partita mi faccio paura pure io… “E’ stato complicato, ma importantissimo, perché quando ero nel Santos non ero sicuro che poi avrei fatto strada nel calcio e per un giovane credo sia importantissimo crearsi alternative. A 18 anni il passaggio nel Santos di Pelè e Neymar, scudetto al primo colpo: “Era un periodo difficile a livello economico e la società decise di portare gran parte della Primavera in squadra: fui promosso anche io.
Ci occupiamo anche della creazione di pannelli, colonne, cornici, archi, modiglioni e decorazioni natalizie in polistirolo, sia per il settore dell’edilizia che per quello degli allestimenti grafici. Dalla metà degli anni 2000 tali indumenti vengono sempre più sostituiti da boyshorts che offrono maggiore copertura e sicurezza a chi li indossa. Nel caso in cui la maglietta non dovesse soddisfare le tue aspettative, potrai restituirla entro 14 giorni dalla consegna dell’ordine. Non un caso isolato, accade infatti tutte le volte che la Virtus Verona gioca in trasferta. All’inizio era difficile perché non conoscevo bene l’italiano: per un portiere comunicare è fondamentale”. In quegli anni l’Atalanta era una bella squadra, veramente. Già da sei anni ho un elicotterino radiocomandato. Sei concentrato sulle giocate e sulle azioni ed è un bene. In Brasile ti sei anche laureato: come hai fatto a far coincidere gli impegni? Ederson ha fatto una strada diversa. Sguardo da Killer, video, lavoro sul campo: hai qualche altro segreto? Quanto allo sguardo molti mi dicono che ho occhi da pazzo: è l’adrenalina della partita, ti mette talmente in tensione che non senti niente. Tuttavia anche questa polisportiva non durò tanto, in quanto nel settembre del 1945 il Foggia tornò ad occuparsi solamente di calcio, diventando l’IPAS Foggia.
Adesso sono concentrato sul calcio, ma non è detto che in futuro quella laurea non possa tornarmi utile… Da quel momento lì mi sono innamorato del ruolo e scelsi di fare il portiere anche nel calcio a 11, sempre nel Nacional”. Ci vuole anche intuito e un po’ di fortuna. “Un po’ entrambe. Ho iniziato come attaccante, nel Nacional, una piccola squadra di San Paolo. Mi chiese se volevo ripartire dal San Bento, una squadra di San Paolo, e da lì mi sono rimesso in gioco, mi sono rilanciato nel calcio”. Lo seguivo già dal Brasile, ma vederlo da vicino è tutta un’altra cosa. “In tutto, dal primo giorno, quando ho cercato di studiare da subito la tecnica dei portieri italiani, la migliore del mondo. E’ arrivato in Europa giovanissimo, si è rilanciato nel Benfica e adesso è uno dei migliori portieri del mondo. E’ il portiere più forte di tutti i tempi, un’icona mondiale”. E’ stato un modello per tutti i portieri della mia generazione, il primo a imporsi anche in Europa. Da quando sono in Italia, invece, il mio idolo e il mio modello è Gigi Buffon.
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