C’era il calcio bailado, fatto con stracci e fantasia. Voglio svelarvi una cosa che da sempre ha rappresentato una preferenza mia, personale: ho fatto tante olimpiadi, mondiali ed europei di tutti gli sport, Sei Nazioni di rugby, Giri d’Italia di ciclismo e chi più ne ha più ne metta. Cosa hanno in comune queste sue due passioni, spettacolo e giornalismo, che sembrano così diverse tra loro? Ancora sono nel giornalismo, e ci mancherebbe altro, ma quando posso invito amici a casa mia e seduto alla tastiera ripropongo loro le mie canzoni o grandi successi di altri cantanti. In ogni caso mi ritengo un fortunato perché nella mia vita ho potuto fare le cose che mi piacevano di più e sono cose bellissime. Era giusto così, il tributo ad Alex che ha passato metà della sua vita a combattere e lottare per questa maglia. Del passato resta il museo della pre-industrializzazione con una vasta documentazione sulla rivoluzione introdotta dai telai nel settore tessile e la casa natale di Friedrich Engels, un palazzotto alto borghese nel sobborgo di Barmen. Nell’occasione gli chiesi se nel post partita avremmo scambiato le maglie. Sì. Giocammo a Genova e prima della partita scambiammo due parole sul fatto che eravamo entrambi marchigiani e quasi conterranei.
Una vittoria ci consentirebbe di affrontare il Messico nella terza e ultima partita del gironcino con grande serenità, ma le cose qui si mettono male, molto male. Se nel girone di ritorno saprà togliersi l’etichetta di “fotocopia molto sbiadita rispetto alla stagione passata”, tornando ad esprimersi con lucidità, convinzione e continuità, potrà tentare il colpaccio. L’ambiente è ottimo e sono molto fiducioso sui ragazzi che vedo allenarsi con passione per tutta la settimana. Gia’ dal primo giro si muovono gli atleti piu’ importanti per cercare di anticipare il gruppo ed evitare la volata generale , molti i tentativi ma bisogna aspettare il sesto giro perche’ si allunghi il gruppo e anticipando tutti si presentano sotto l’arco arancio di Coppa Lazio : primo assoluto Marco Caliciotti (asd Santa Maria delle Mole) poi nella categoria a6 Iori ( fresco vincitore la scorsa settimana della classica di Tivoli ) , Baccaro , D’Acuti , Maggioli , Petricca , De Paulis , Bove , Rosati , Mariani. Dal punto di vista tecnico Van Baste e Ronaldo sono stati due fenomeni che mi onoro di aver marcato. Vicende che uno sportivo già conosce, ma che vengono raccontate da un’angolatura diversa rispetto a quella a cui siamo stati abituati.
INFANZIA – “Sono cresciuto a Scampia in una famiglia sana. Il merito va ai miei genitori che mi sono stati vicini, soprattutto mio padre che mi ha seguito tanto senza lasciare nulla al caso”. Ho avuto la fortuna di allenare un giovane Alessandro Del Piero a Padova, poi diventato campione del mondo, ovviamente non per merito mio. Che voglia allenarti durante le afose giornate estive o calciare il pallone sotto la pioggia invernale non fa alcuna differenza: scegli il modello più adatto a te, vesti i colori della tua squadra e trasformati nel campione che hai sempre sognato di essere. Poi, durante la serata, Max Biaggi ha parlato a lungo della Yamaha M1 e della prossima stagione. Il secondo posto raggiunto nella stagione 1977-1978 consentì al Maglie il ripescaggio e l’immediato ritorno nella categoria superiore. Tali stemmi non comparvero mai nella maglia, fino a un altro restyling nella stagione 1993-1994. Questo rimase solo per tre stagioni quando una sua evoluzione venne inserita all’interno di un ovale rossoblù, che segnerà un altro decennio. Poi venne il magazziniere della Samp con un sacchetto per me: Mancini mi aveva riservato due maglie e ne fui davvero contento.
Da notare che la magli di Mancini aveva la fascia da capitano stampata… D: A proposito di scambio maglia, hai un aneddoto con che riguarda Roberto Mancini… Vincemmo 2 a 1 e Mancini se ne andò arrabbiato quasi evitandomi. La sensazione di essere parte integrante dell’evento sportivo è ciò che rende il calcio così coinvolgente. Con le maglie del calcio inglese o del calcio italiano sarà un successo. Anche il city sceglie il viola, in omaggio alle vecchie maglie. L’artista ha il contatto diretto, vede i volti dei presenti grazie alle luci che illuminano la platea e più li vede sorridenti e partecipanti a quello che fa e più si rende conto che li sta accontentando. Il contatto con il pubblico. Viene facile, direi facilissimo, parlare di calcio con chi ha quasi 100 presenze (tra serie A, Coppa Italia e Uefa) e più di 200 in serie B. Sì perché Francesco Bellucci, classe 1973, tesserino UEFA B, mastino delle aree del massimo professionismo negli anni ’90, di calcio vero ne ha visto e masticato tanto.
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