1961 – Cambia denominazione in Associazione Calcio Mantova. Il Mantova si attiva sul mercato, confermando in rosa i soli Monachello e Mensah, e portando in biancorosso giocatori d’esperienza quali Galuppini, Giacomelli, Burrai e Festa (alla seconda avventura nella squadra lombarda), oltre al nuovo allenatore Davide Possanzini e al nuovo direttore tecnico Christian Botturi. Mai dire Banzai è stato trasmesso su Italia 1 dal 1º luglio 1989 al 25 agosto 1990 al sabato in seconda serata (più volte è stato replicato), e ha portato al successo televisivo il trio della Gialappa’s Band. E poi le maglie italiane: all’ottavo posto c’è quella della Juventus di Platini tra il 1983 e il 1985, al 14° il Milan degli immortali di Sacchi e del trio degli olandesi (stagione 1989-90), al 20° la divisa azzurra del Napoli di Maradona, sette posti più in su la maglia blucerchiata della Sampdoria 1991-92 di Vialli e Mancini, i gemelli del gol. Due maglie semplici per l’Iran che si è affidato al marchio locale Majid Sport. Oggi, l’attenzione del marchio si concentra su due aree: moda sportiva retrò e moda ispirata allo sport. 14ª giornata i virgiliani sono primi a pari punti col Padova, che viene sorpassato grazie a una doppia vittoria (contro due pareggi veneti) nei successivi turni.
Le qualificazioni al Mondiale del 1998 si chiusero per gli estoni al quinto posto nel girone da sei squadre, con 4 punti ottenuti e un bilancio di 4 gol segnati e 16 subiti. 7 aprile 2024, in virtù del pareggio per 1-1 tra Padova e Lumezzane, il Mantova (forte di 9 punti di vantaggio) conquista la promozione aritmetica in Serie B, con tre giornate d’anticipo, tornando così in cadetteria dopo 14 anni d’assenza. In campionato il Mantova, allenato da Massimo Morgia (uno dei tecnici più esperti della D) perde l’accesso diretto alla Serie C dopo un lungo testa a testa con il Como, mentre in Coppa Italia di Serie D i biancorossi si fermano a pochi passi dalla finale venendo eliminati dai marchigiani del Matelica nel doppio confronto di semifinale (1-1 e 2-1). Ai play-off la formazione di Morgia, dopo aver battuto in semifinale la Caronnese, si arrende in finale alla Pro Sesto azzerando di fatto le probabilità di un ripescaggio in terza serie. L’incontro di andata con il Lecco termina con un risultato di parità (1-1) e di ritorno a Mantova finisce con la vittoria biancorossa (2-1). Contro la Vibonese, poi, dopo un pareggio a reti inviolate a Vibo Valentia, al Danilo Martelli, davanti ad oltre 3.000 tifosi, la partita termina con rotondo 4 a 0, assicurando la permanenza nel calcio professionistico del Mantova.
Il ritorno tra i professionisti del Mantova, l’anno dopo, venne vissuto dalla società più come un trauma che come un’opportunità di rilancio delle sorti biancorosse, dimostrando i grossi limiti delle persone a cui il comune aveva affidato il calcio mantovano tanto che gli stessi tifosi promotori, a cominciare dal Braguzzi, delusi per il mancato rispetto degli impegni economici presi, abbandonano il progetto. Dalla stagione 2004-2005 è proibito togliersi la maglia da gioco, pena l’ammonizione, motivo per cui non si può più indossare sottovesti recanti sponsor diversi dai loghi, marchi o scritte della società e dei suoi sponsor, cfr. La situazione societaria non migliora, ma nel campionato 2014-2015 la squadra riesce a conquistare la salvezza con tre giornate d’anticipo sulla fine della stagione regolare. Le contromisure portano un qualche risultato e alla penultima giornata i virgiliani si issano fuori dalla zona playout, salvo poi rientrarci a seguito della sconfitta contro il Padova nell’ultima partita della stagione regolare; il doppio confronto contro l’AlbinoLeffe viene vinto da quest’ultima, sancendo (per la prima volta dal 1954) la retrocessione sul campo del Mantova tra i dilettanti.
La divisa home della nazionale svizzera è, ovviamente, rossa e caratterizzata da un girocollo semplicissimo e dalla presenza di pannelli più scuri (quasi granata) sulle maniche. Il fit degli anni ’90 è diametralmente opposto rispetto a quanto visto sulle maglie Kappa di Juve e Roma o ancora su quelle adidas del Verona campione d’Italia nel 1985. I giocatori tendono ad indossare maglie larghe, di almeno una misura più grande rispetto a quella giusta, esaltando movimenti e scatti. E le righe bianche dei tempi morti di questa quarantena, alternate a quelle verdi – il verde rilassa gli occhi, distende l’anima ed è il colore che hanno le maglie da calcio più belle al mondo – della speranza di uscirne presto, mi sembrano quanto di più coerente. Adidas fornisce la maggior parte delle maglie della classifica di quest’anno, grazie alla meravigliosa linea retrò che la casa tedesca ha lanciato con il suo vecchio logo Trefoil. Mentre per la prima maglia dei Reds non si è presa grandi rischi, rimanendo legata alla tradizione di Anfield, per la seconda è stato proposto un design mai visto prima grazie ad un pattern ondulato e distorto con un sapore anni ’90.