Molte sono le maglie scelte per invocare la fortuna, per evocare l’anno di nascita, per ricordare qualche posizione sessuale, come il 69 di Meggiorini; maglie dedicate al numero di gol fatti durante la stagione precedente, oppure alla targa della propria città, come il 54 di Hakan Şükür l’anno dell’Inter, alla nascita della Curva della propria squadra del cuore, come il 99 di Lucarelli, ma è senza dubbio la 23 di Michael Jordan ad aver generato il maggior numero di seguaci, anche nel calcio. Riprovò usando una miscela di calce e ossido di mercurio, e riuscì a produrre un amalgama di calcio e mercurio. Come al 35°: l’ex Leeds ci prova questa volta con una conclusione al volo che si spegne di pochissimo sul fondo. Segna il primo gol stagionale in campionato nella sconfitta con la Roma all’Olimpico di Torino con un gran sinistro al volo sul palo opposto da posizione defilata. TWS propone ad una coppia di vincitori l’opportunità di vivere un’esperienza esclusiva ed assistere alla partita Atalanta-Juventus valida per la 34a giornata del campionato di Serie A TIM in programma domenica 30 aprile (salvo variazioni di giorno ed orario). In considerazione anche degli oltre 3000 abbonamenti già sottoscritti, la ‘febbre’ è altissima in vista del ritorno in serie B dopo 23 anni di attesa (inizio del campionato in programma il prossimo 27 agosto in casa del Benevento).

Scelse il 10 Cristiano Lupatelli, portiere della storica prima stagione in Serie A del Chievo Verona; Bucci, nel Parma, preferì la numero 5 e poi la numero 7, mentre Soviero espresse la sua noia da numero 1 indossando la 8 durante la sua esperienza a Crotone. L’ex calciatore del Valencia è l’ultimo esponente di una stirpe di grandi pensatori che vede il capostipite del movimento in Fabio Gatti, centrocampista perugino che, all’esordio in Serie A, proprio durante la stagione 1999/2000, scese in campo con la maglia numero 44, dedicata alla celebre canzone dello Zecchino d’Oro Quarantaquattro gatti, dichiarando che 4 Gatti gli sembrava un abbinamento triste. Fu così che il fenomenale centrocampista Osvaldo Ardiles, in Spagna, indossò la numero 1 che, nel 1978, invece, era toccata all’attaccante Norberto Alonso. Le specifiche erano di un mezzo da 13 tonnellate, con un equipaggio di due uomini, con la stessa torretta del carro B. Va precisato che la dizione automitrailleuse era usata per i carri armati in dotazione alla cavalleria. Perfettamente assemblati per caratteristiche tecniche e fisiche, i due nuovi attaccanti spallini si rendono pericolosi nel primo quarto d’ora: il primo con una conclusione centrale dopo 5′, maglie calcio retro poco prezzo il secondo per il movimento costante che mette in costante apprensione la difesa messinese.

Ma a noi non ce ne frega niente della discussione sulle linee generali, vogliamo l’atto concreto votato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è quello che si impedisce. Spesso in nazionale indossava la maglia numero 9, che utilizzava sia con il completo da portiere che con quello da giocatore di movimento. Scelse la numero 1 anche Edgar Davids quando, a quarant’anni, fu scelto come allenatore-giocatore dal Barnet, squadra di quinta divisione inglese. San Siro contro l’Inter di Stramaccioni, che approfitta anche di un rigore non assegnato per un netto fallo di Guarin su Gomez. Una diramazione porta al Grande Raccordo Anulare di Roma, l’altra permette di evitare completamente la capitale per congiungersi alla Roma-Napoli a San Cesareo. Il portiere goleador Rogerio Ceni, capace di giocare 1237 partite segnando 137 reti tra rigori e punizioni, vincendo 26 titoli con la sola maglia del San Paolo, giocò tutta la carriera con la maglia 01, un 10 al contrario, salvo un unico match, il seicentodiciottesimo, dove scese in campo con la 618, appunto, per celebrare l’evento. Ha giocato sia come portiere che come attaccante, realizzando 35 goal ufficiali. Manuel Lapuente di utilizzare Campos sia come portiere che come attaccante nella medesima partita, nonostante non esista nel regolamento alcuna specifica in merito.

Hicham Zerouali, attaccante marocchino tragicamente scomparso in un incidente stradale all’età di 27 anni, seguì la stessa logica indossando la maglia numero 0 dell’Aberdeen, in onore di Zero, il soprannome con cui lo chiamavano i compagni di squadra. La fantasia calcistica Sudamericana è universalmente riconosciuta, per questo stupisce meno la scelta di Adolfo Bautista che, durante la stagione del Centenario del Chivas Guadalajara, accantonò il suo storico numero 7 per la maglia numero 100. Si è superata la numerazione che va dall’1 al 99 anche per Tommy Oar, calciatore australiano, che all’esordio con la Nazionale maggiore, nel 2010, dovette indossare la 121, poiché la Confederazione asiatica pretese di mantenere un numero fisso per ogni giocatore impiegato in Nazionale. I ragazzini sognavano di indossare la maglia del proprio campione preferito, che si identificava in un certo numero perché era il migliore in quella zona di campo o, più semplicemente, per la lunga militanza in una squadra, sempre nello stesso ruolo, sempre con la stessa maglia.