Un pezzo di vita, il calcio. Quattro anni più tardi, però, con l’assunzione, da parte del club partenopeo, della denominazione Associazione Calcio Napoli, anche il celeste fu rimosso: vennero così fissati nell’azzurro e nel bianco i nuovi colori sociali, caratterizzanti l’identità visiva del sodalizio e rimasti, da allora, immutati. Quattro anni dopo, in vista del campionato del mondo 1978, Lionello Manfredonia fu l’unico rappresentante laziale nella compagine azzurra. In quel campionato Meola giocò le ultime quattro partite: l’esordio a Torino e poi in casa col Napoli, a San Siro con l’Inter e l’ultima con l’Ascoli all’Olimpico. Il centro storico aquilano è stato fondato secondo uno specifico schema a scacchiera di cardi, decumani e piazze da dei coloni con-focolieri dei “castelli” che popolavano il circondario attorno al villaggio di Acculi (presso il Borgo Rivera delle 99 cannelle, da cui il nome “Acquili”, e poi Aquila), come Paganica, Assergi, Collebrincioni, San Vittorino, Coppito, Camarda e Roio.

Come nome della nuova squadra vennero proposti i nomi di “Híjos de Italia”, “Defensores de La Boca”, “Estrellas de Italia”. Il 1º aprile 1905, in una panchina di Plaza Solís, Esteban Baglietto, Alfredo Scarpati, Santiago Pedro Sana e i fratelli Juan Antonio e Teodoro Farenga si riunirono per discutere sul come strutturare la nuova squadra. Dopo una serie di amichevoli, nel luglio 1905 il Boca Juniors decise di iscriversi e partecipare per la prima volta ad un torneo locale, la Copa Villa Lobos, in cui il Boca debuttò il 6 agosto 1905. Un esordio piuttosto deludente, dato che la nuova squadra perse più della metà delle partite disputate. Alberto Eliani, prima di affermarsi come calciatore a livello nazionale con le maglie di Roma e Fiorentina, ha militato per diverse stagioni nella squadra ponzianina. La genesi del club partenopeo, infatti, affonda le proprie radici nel tempo sino ai primi anni del Novecento, quando, furono fondati a Napoli, prima il Naples Foot-Ball Club e, poi, l’Unione Sportiva Internazionale Napoli, maglia nazionale tedesca 2025 quest’ultima sorta per scissione dallo stesso Naples. Alcuni soci dissidenti fonderanno la S. S. Ponzianini Erranti, iscritta in Prima Categoria U.L.I.C. Valerio Gravisi, anche lui ha militato per diverse stagioni nel club ponzianino, prima di affermarsi a livello nazionale e giocare in Serie A con la maglia del Napoli.

Giorgio Pitacco (calciatore), ha giocato in Serie A con la maglia della Triestina e ha militato nel club biancoceleste per diverse stagioni. La prima metà degli anni cinquanta o, almeno, buona parte di essa fu contraddistinta da una divisa costituita da maglia azzurra con girocollo bianco e priva di polsini o risvolti delle mezze maniche; sempre bianchi, per contro, erano i calzoncini. La maglia caratterizzata da questo specifico template detiene anche una sorta di primato, poiché è stata la prima e unica jersey di una squadra di club a essere utilizzata per una gara dei Mondiali: nella finale per il terzo e quarto posto del Campionato mondiale di calcio 1934, disputata a Napoli, «la Nazionale austriaca fu costretta a cambiare maglia per non creare confusione con la Germania», “prendendo in prestito” le casacche azzurre del Napoli. Il Naples vestiva una casacca a strisce verticali azzurre e celesti, mentre calzoncini e calzettoni erano neri, sebbene, dalla documentazione fotografica disponibile, sia possibile osservare anche l’utilizzo di calzoncini bianchi. I colori sociali della prima compagine erano l’azzurro e il celeste, ispirati, rispettivamente, al mare e al cielo di Napoli; mentre quelli dell’Internazionale erano il blu notte e il bianco, anch’essi scelti poiché richiamavano i colori del golfo di Napoli.

Successivamente i colori della maglia cambieranno: prima venne usata una maglia di colore celeste e poi di un azzurro sempre più scuro. Giorgio Listuzzi, poi divenuto attore. Giorgio Ferrini, cresciuto nelle Giovanili del Ponziana prima di approdare, nel ’55, al Torino, dove diventerà “La Diga”. Guglielmo Trevisan, prima di affermarsi come giocatore nella Triestina, ha anche militato nel Ponziana. Le due compagini tornarono a formare un unico sodalizio nel 1922, fondendosi nell’Internaples: il club andò a recuperare buona parte dell’eredità cromatica delle sue progenitrici, conservando l’azzurro, il bianco e il celeste: scomparve, invece, il blu notte. Ancora bianchi erano i calzoncini, mentre blu, con due righini orizzontali bianchi, erano i calzettoni. L’ex tiranno in esilio forzato tifava per Salman Al Khalifa, sceicco del Bahrein, mentre Infantino è un allievo del presidente dell’Uefa Platini, sospeso a sua volta e tuttavia vincitore morale delle elezioni». In che modo affrontare la foto di classe per evitare il classico effetto da sagome imbalsamate sorridenti? Nota: 1. Le materie corrosive aventi un punto di infiammabilità 23 °C sono materie della classe 8 (vedere marg. Il primo vero allenatore della storia laziale, a parte i pionieri Bruto Seghettini e Sante Ancherani, fu l’italiano Guido Baccani, alla guida della squadra dal 1906, il quale introdusse innovazioni dal punto di vista tattico e di strategie.

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