Con pochi e semplici accorgimenti, le tue maglie da calcio rimarranno con te per un sacco di partite. Se hai visto giocare i Chicago Bears della National Football League, probabilmente avrai notato le lettere “GSH” sulla manica sinistra delle maglie dei giocatori. Le maglie da calcio per il 2015-16 sono già pronte: ecco le anteprime di quelle del Milan. Nonostante fosse già allora un famoso regista e quindi, secondo i canoni dello star system avrebbe dovuto frequentare ben altri siti che non i campetti di periferia. Vi chiedo comunque di continuare sulla linea di dare notizie vere e non dare in pasto ai tifosi una marea di nomi buttati là solo per illudere i tifosi (sto ancora aspettando Borriello a Vicenza, di cui altri siti hanno parlato a vanvera per mezza estate). La pubblico, inaspettatamente gira e piace anche a qualcuno, uno giorno me la ritrovo in giro per i siti sportivi. Queste tragedie sono difficili da accettare eppure, citando le parole che mi ha detto Morgan de Sanctis, ex compagno di squadra di entrambi, hanno costretto per qualche giorno quotidiani e televisioni a mettere da parte notizie irrilevanti e riempire i loro spazi parlando di due ragazzi semplici che tutti ricorderanno sempre.
«Meno questi ragazzi si allenano qui dentro meglio è- racconta sorridendo- il Beccaria è solo una tappa ed è bene che finisca in fretta. Quando ho smesso, la Dinamo Mosca mi obbligò a restituire tutto l’abbigliamento, compresi i guanti che una volta mi ero ricucito da solo. Il nero, quindi, dovrebbe essere assente ma non sarebbe comunque la prima volta. Tra Pietralata e Monteverde imbattersi in una “partitella” doveva essere cosa abituale e Pasolini partecipava, secondo la testimonianza di Ninetto Davoli («Ogni volta che sentivamo il rumore di un pallone ci fermavamo e cominciavamo a giocare»), sempre volentieri e con un’accensione di entusiasmo, una sorta di piacevole impellenza alla quale era ben facile arrendersi. E un sogno (che ho visto realizzato solo nei Maghi del pallone da Franco Franchi, che, sia pure a livello brado, è riuscito a essere perfettamente onirico). Insomma, il momento poetico del calcio sembra essere (come sempre) il momento individualistico (dribbling e goal; o passaggio ispirato). I brasiliani. Dunque il loro calcio è un calcio di poesia: ed esso è infatti tutto impostato sul dribbling e sul goal. Se dribbling e goal sono i momenti individualistici-poetici del calcio, maglia as roma ecco quindi che il calcio brasiliano è un calcio di poesia.
Così, proprio per ragioni di cultura e di storia, il calcio di alcuni popoli è fondamentalmente in prosa: prosa realistica o prosa estetizzante (quest’ultimo è il caso dell’Italia): mentre il calcio di altri popoli è fondamentalmente in poesia. Non posso esprimere alcun giudizio sulle sue poesie perché, devo ammetterlo, la poesia non è il mio forte né il mio genere preferito, però il giudizio che posso esprimere sui suoi film non può non essere che entusiastico. Lui stesso si dedicò al calcio per tutta la vita: ogni occasione era opportuna per praticare il suo gioco preferito, soprattutto sui campetti delle periferie romane e non, negli intervalli di lavorazione dei suoi film o appena aveva tempo disponibile. Quando rivedo film come Accattone o Uccellacci e uccellini, mi sembra di ritornare a quei tempi e rivivo le stesse emozioni che vivevo allora. Un mito, a quei tempi. Il catenaccio e la triangolazione (che Brera chiama geometria) è un calcio di prosa: esso è infatti basato sulla sintassi, ossia sul gioco collettivo e organizzato: cioè sull’esecuzione ragionata del codice. Il “goal”, in questo schema, è affidato alla “conclusione”, possibilmente di un “poeta realistico” come Riva, ma deve derivare da una organizzazione di gioco collettivo, fondato da una serie di passaggi “geometrici” eseguiti secondo le regole del codice (Rivera in questo è perfetto: a Brera non piace perché si tratta di una perfezione un po’ estetizzante, e non realistica, come nei centrocampisti inglesi o tedeschi).
Perché avrebbe dovuto scegliere qualcosa di diverso? È la fotografia più bella del Pasolini calciatore perché il calcio al pallone è in essa un gesto di libertà e di gioia. È il modo di essere libero e tipico del bambino, che può correre senza remore dietro al pallone anche fuori della chiesa, dopo la prima comunione, con il vestito della festa e i mocassini, perché a vedere una palla che salta e rotola non si può star lì a guardare. Mi sarebbe piaciuto giocare in attacco, ma ero più alto di tutti da bambino, alla fine decisero gli altri dove dovessi stare. Se penso che a sedici anni ero in cura in un sanatorio sul Mar Nero, non capisco come ho fatto a diventare Yashin, l’unico portiere nella storia ad aver vinto un Pallone d’oro. Non c’è niente che spieghi Pasolini quanto il suo modo di giocare a pallone. Daniel Passarella scosse il capo, sputò sul pavimento e disse che quando c’è la Storia di mezzo, non ci sono mai innocenti.
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