close up of kitten Tali intrinseche peculiarità del pezzo, spinsero, nel 2004, lo stesso D’Angelo a chiedere ad Aurelio De Laurentiis di fare di Napoli l’inno ufficiale del club; ma la proposta non fu accolta dal presidente del sodalizio azzurro, che motivò la scelta evidenziando che, in un passaggio del ritornello, veniva citato e, dunque, celebrato un solo settore dello stadio San Paolo, la “Curva B”: «Nino, questo fatto della curva B divide, io ho bisogno di unire tutta la città intorno alla squadra». Il vinile recava in copertina la dicitura “inno ufficiale dei tifosi del Napoli”, oltre allo stemma del club e ai volti di Omar Sívori, José Altafini e Cané, mentre il lato B conteneva «le interviste che il “mitico” giornalista Gino Palumbo fece a Pesaola, Fiore, Juliano, Sivori, Ronzon, Canè e Altafini». Tra le poche eccezioni, l’unica deroga a questa prassi si verificò a metà degli anni 1940, quando il club ricorse a una casacca fasciata che, tuttavia, riproponeva le due tinte della prima divisa, con una predominanza nera nella stagione 1943-44, e rossa nel 1945-1946; è inoltre degna di nota la moderna consuetudine che, limitatamente alle trasferte sul terreno del Bologna, dalla stagione 1998-99 vede il Milan presentarsi allo stadio Renato Dall’Ara quasi stabilmente con un particolare completo spezzato, composto dalla tradizionale seconda maglia bianca abbinata a pantaloncini di diverso colore, solitamente rossi o più raramente neri.

2001 Enrico Currò, Veterani e nuove star il Milan affamato si sente già in Europa, in la Repubblica, 18 agosto 2017, p. Pur avendo in archivio sporadici esperimenti risalenti agli anni 1930 e 1940, è solo con gli anni 1990 che il Milan ha iniziato a dotarsi stabilmente di una terza divisa nella propria fornitura tecnica. Le due squadre si incontrano per la seconda volta agli ottavi di finale di Champions dopo l’edizione 2019-2020, in cui il Napoli uscì sconfitto nel doppio confronto con i catalani; l’ultimo precedente, però, risale agli spareggi dell’Europa League 2021-2022, milan maglia 2024 terminati nuovamente con l’eliminazione degli azzurri. La rifondazione del 2004, che segnò l’avvento dell’era De Laurentiis, portò, all’impianto sportivo di Fuorigrotta, le note di Go West, nella versione dei Pet Shop Boys, che, lungi dall’essere intesa quale inno, divenne la colonna sonora utilizzata per accompagnare l’ingresso delle squadre in campo. «Si parte da una rivisitazione del Logo, con la sua tradizionale N Napoleonica, che si presenta con una versione più minimal e contemporanea. I poco fortunati tentativi di creare un inno da parte delle varie dirigenze del club palesano una profonda dicotomia tra inni di natura ufficiale e inni di matrice popolare, cioè scelti motu proprio dai supporters, poiché espressione della loro passione e identità sportiva.

A partire dagli anni 2000, il club ha posto in uso anche un secondo wordmark, costituito dall’acronimo SSCN, riprodotto con caratteri maiuscoli con grazie e in corsivo tipografico. L’annata 2022-2023 vide il ritorno della classiche strisce nerazzurre, con un design ispirato a quello degli anni 1960; la parte superiore del busto fu caratterizzata da una fascia nera. L’annata successiva vide il ritorno dell’arancione con il colletto a girocollo blu scuro e grigio, i bordi delle maniche grigi e un inserto blu scuro sui fianchi. La seconda maglia per l’annata 2011-2012 fu come di consueto bianca ma si caratterizzò per il ritorno della storica sbarra nerazzurra. Nei quarti di finale, la Beneamata supera la Roma dell’ex tecnico Mourinho in casa, accedendo alle semifinali della competizione per la terza edizione consecutiva. Esaurito il rapporto con l’azienda inglese nel 1998-1999, il club firmò un nuovo contratto con il fornitore tecnico americano della Nike, che esordì presentando una maglia sostanzialmente nel solco delle precedenti. Sul risvolto inferiore sono impresse le partite e i risultati di quell’avventura europea, mentre sui pannelli laterali della maglia il logo del club si ripete tono su tono, mentre gli spacchetti laterali sono personalizzati con la data dello scudetto del Cagliari Calcio 1969/1970, presente sullo stemma dell’epoca.

Stemma utilizzato nel 2018 per le celebrazioni dei 110 anni del club. In precedenza aveva avuto lo status di inno il brano Cuore neroazzurro, inciso nel 1984 per l’etichetta Delta, scritto da Dario Baldan Bembo ed eseguito da I Camaleonti. Nino D’Angelo – scritto nel 1986 e pubblicato nell’album Fotografando l’amore – che finì per contrassegnare la “cavalcata” verso il primo scudetto napoletano. La società calcistica di Milano, fin dalla sua nascita nel 1899, utilizza come colori sociali le tinte del rosso e del nero, da cui il soprannome di Rossoneri; queste vennero scelte da Herbert Kilpin, fondatore e primo capitano del club, a rappresentare rispettivamente il fuoco dei diavoli milanisti e la paura degli avversari nell’affrontarli. A partire dalla stagione 1977-1978 comparve stabilmente sulla maglia il logo del fornitore tecnico, quello della Puma. Le prime casacche a sfoggiare lo stemma in detta configurazione furono la terza maglia e la “Halloween Special Edition” della stagione 2023-24, che adoperavano, la prima, il logo in oro e, la seconda, il logo in argento: entrambi gli stemmi erano privi di sfondo proprio, lasciando visibili le trame e le stampe delle maglie. Matteo Perri, Le nuove maglie del Napoli 2009-2010, ora sono ufficiali! Perisic, sono mesi che…

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