Nonostante le sconfitte di Napoli e Verona, i rossoblu fanno due punti contro Empoli e Lecce, chiudendo per un soffio il girone d’andata in diciassettesima posizione. Infine sui lati erano presenti due inserti bianchi a punta. 1998-99 il club mostra di prediligere uno schema cromatico ben definito in questo ambito, ovvero uniformi nere con dettagli rossi; dagli anni 2010 in poi, queste hanno talvolta presentato ulteriori inserti tricolori volti a richiamare l’italianità, suscitando tuttavia rimostranze a causa dello storico significato assunto dalle tinte nazionali nello sport italiano. L’altra versione della maglia, invece, era totalmente azzurra e, dunque, priva di inserti bianchi, inoltre, era contraddistinta da uno scollo a “V” e provvista di colletto; anche in questo caso, alla casacca, erano abbinati calzoncini bianchi e calzettoni azzurri. Altra particolarità nel FIFA Champions Badge, che era posto al lato sinistro anziché centrale, dov’era collocato nella prima maglia. 1947, trovò posto sulle maglie un tricolore originariamente raccolto in uno scudetto con bordo dorato, di forma analoga a quello delle squadre campioni d’Italia di qualsiasi disciplina.
Come stemma, nel 1945 tornò sulle maglie quello di Casa Savoia, ma senza il fascio littorio causa la caduta del regime fascista e, nel 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, vennero indossate casacche senza alcun simbolo, per finire al 1947, quando venne scelto di apporre uno scudetto tricolore sulle divise. La stessa divisa fu riproposta anche nel secondo incontro ufficiale. I pantaloncini sono bianchi, ma negli ultimi venti anni sono stati utilizzati spesso di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita; nel kit in uso dal 2020 vengono spesso indossati calzoncini di colore blu navy, mentre in passato sono stati usati anche di colore nero o marrone. Tra le poche eccezioni, l’unica deroga a questa prassi si verificò a metà degli anni 1940, quando il club ricorse a una casacca fasciata che, tuttavia, riproponeva le due tinte della prima divisa, con una predominanza nera nella stagione 1943-44, e rossa nel 1945-1946; è inoltre degna di nota la moderna consuetudine che, limitatamente alle trasferte sul terreno del Bologna, dalla stagione 1998-99 vede il Milan presentarsi allo stadio Renato Dall’Ara quasi stabilmente con un particolare completo spezzato, composto dalla tradizionale seconda maglia bianca abbinata a pantaloncini di diverso colore, solitamente rossi o più raramente neri.
A riprova dell’origine monarchica della scelta, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, ovvero una croce bianca in campo rosso. Infine, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucito come lo stemma la croce sabauda. Si tratta del classico completo all blue degli anni settanta, sul cui petto è raffigurata la croce dello stemma comunale composta a mosaico dallo stemma societario. Questa divisa, composta dalla maglia azzurra con scollo a “V”, da pantaloncini bianchi e dai calzettoni neri con striscia orizzontale azzurra, accompagnò la nazionale fino all’interruzione dell’attività nel 1943, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. La prima divisa della nazionale di calcio dell’Italia, ovvero quella “casalinga”, è tradizionalmente composta da una maglia azzurra, da pantaloncini bianchi e da calzettoni azzurri. Questa divisa venne indossata per la prima volta nell’amichevole del 25 settembre 1991 a Sofia contro i padroni di casa della Bulgaria e venne mantenuta fino senza modifiche fino al campionato del mondo 1994, nel quale fu portata una versione modificata della casacca: lo stemma della Federazione risultava serigrafato, tono su tono, per tutta la maglia, creando un effetto mai avuto prima per una divisa degli Azzurri.
Il club si è ispirato alla terza maglia della stagione 1983/1984, in occasione della prima partecipazione dell’Hellas a una competizione europea, la Coppa Uefa. Milano in occasione della partita contro gli ungheresi (il bianco avrebbe infatti confuso i giocatori italiani con l’ambiente circostante). Pertanto, venne indossata durante i due campionati mondiali del 1934 e 1938, e durante il torneo olimpico di calcio del 1936, tutti e tre vinti dalla nazionale italiana; nel campionato del mondo 1934, disputato in Italia, venne utilizzata in tutti e cinque gli incontri disputati (contro gli Stati Uniti, nella doppia sfida con la Spagna, contro l’Austria e in finale a Roma con la Cecoslovacchia); al campionato del mondo 1938, svolto in Francia, venne indossata in tre occasioni su quattro incontri giocati (contro Norvegia, Brasile e nella finale di Parigi contro l’Ungheria); ai Giochi Olimpici di Berlino 1936, in tre gare su quattro (contro Stati Uniti, Norvegia e in finale per l’oro contro l’Austria). Tale motivo a righe era ripreso per gli orli delle mezze maniche e per i tasselli triangolari posti tra i tagli laterali dell’orlo del corpino. I calzettoni erano azzurri, cerchiati da tre righini orizzontali bianchi, uno in alto, uno in posizione centrale e uno in basso; al di sotto di quest’ultimo era stampato il logo del club.