In questa direzione, la politica industriale deve assumere un ruolo importante per il sud. Penso a quelle sul lavoro, e a una per tutte, la più inquietante: l’abrogazione della legge che finalmente aveva trovato il modo per eliminare la prassi barbara di far firmare le dimissioni in bianco tenendo il lavoratore sotto ricatto, in balia dei cattivi imprenditori, un fenomeno certamente minoritario, ma assai significativo. Certamente con questa manovra non avremo, quindi, un aumento dei servizi e non vedremo ridurre il precariato, piuttosto vedremo nascere altro precariato ed altre persone che si illuderanno di aver trovato un posto di lavoro, si formeranno una famiglia e alla fine si potranno trovare in mezzo ad una strada. Altrettanti poi si trovano nella contribuzione sul lavoro, perché ancora gran parte del Paese si basa sull’economia sommersa. Lì possiamo intervenire, dobbiamo intervenire per un’azione di risanamento che renda veramente uguali i cittadini, che estirpi questo cancro di concorrenza sleale che, questo sì, tiene gli investitori lontani dal nostro Paese e non lo fa crescere. In un Paese dove il costo del trasporto incide per circa il 20 per cento per le difficoltà logistiche che abbiamo, quell’onere in più chi pensate che alla fine lo pagherà, se non i consumatori?

Il Governo ha previsto un tasso di inflazione programmato dell’1,7 per cento contro quello effettivo del 3,4 (addirittura al di sotto di quello reale e di quello europeo pari al 3,4). All’inflazione programmata, come è noto, fanno riferimento gli aumento contrattuali e l’adeguamento delle pensioni. Perché in realtà vi sono cento modi per farlo. Continuare a dire che non ci sono risorse aggiuntive che provengono dalla lotta all’evasione significa dire il falso. A pochi giorni dalla chiusura ufficiale della sessione estiva di calciomercato c’è sempre meno tempo per trovare il definitivo bandolo della matassa. Questa manovra non aiuta la crescita economica, in un contesto difficile e delicato per l’attività delle imprese, per le famiglie e per i cittadini. È prevista, addirittura nel corso di due anni, nel 2010, una riduzione di trasferimenti di fondi dallo Stato alle regioni di due miliardi per arrivare a ben tre miliardi nel 2011. Tutto ciò chiaramente sarà pagato attraverso una riduzione dei servizi sempre dai cittadini e teniamo a mente che stiamo parlando di un settore che rappresenta forse il momento vitale per la salute dei nostri cittadini. Infatti, noi dell’Italia dei Valori riteniamo che questo sia uno dei settori in cui maggiormente bisogna pensare alla salute dei cittadini e alla sicurezza degli stessi.

Tutto ciò determina una notevole difficoltà soprattutto per gli enti locali, i quali a questo punto si trovano di fronte ad un bivio: o aumentano loro stessi la pressione fiscale, o riducono i servizi ai cittadini (quei servizi che il Governo Berlusconi, durante l’ultima campagna elettorale, aveva promesso di incentivare in modo notevole)! Quanti modi vi sono per mettere le mani nelle tasche dei cittadini! Non vi farò i nomi delle testate per non aggiungere alle drammatiche difficoltà nelle quali esse si troveranno (sono diverse per ispirazione culturale, politica e di orientamento, laiche e di ispirazione religiosa) l’ulteriore danno della pubblicità ai loro problemi. Addirittura, un emendamento presentato dal Governo ha fatto in modo che si possano concedere in affidamento e direttamente alle società in house tali privatizzazioni. Intanto in rete è stata già anticipata, come si vede anche dal sito di Tuttosport, e presenta giustamente un forte richiamo all’Italia e al tricolore conquistato sul campo soltanto poche settimane fa. Voi fate semplicemente un’operazione aritmetica, e dentro ci cadono tutti, regioni, comuni, province, che la riverseranno sui servizi, e quindi sui cittadini: la sanità, la scuola con tagli inauditi, 100 mila insegnanti in tre anni, la sicurezza (vi richiamo alla coerenza in questo campo), ma soprattutto gli investimenti, settore fondamentale per la crescita.

Intervenire in questo campo si deve, sì può per migliorare, per ottimizzare, per spendere meglio, per usare bene i fondi dei cittadini; ma ridurre la spesa come avete previsto, in quelle percentuali, è praticamente impossibile, irrealistico, irrealizzabile, è rischioso per la tenuta sociale! A me preoccupano i tagli lineari che sono stati proposti in particolare per le aree della solidarietà sociale e della famiglia. Quanti modi ci sono per mettere le mani nelle tasche degli italiani! La missione è certamente fattibile, alla luce del periodo nero degli uomini di Fabregas, a secco di vittorie dal 29 settembre (3-2 sul Verona) e reduci da 5 sconfitte nelle ultime 9 partite, che li hanno fatti sprofondare al 17esimo posto, in piena zona retrocessione. Silvio Berlusconi scende dal cielo di Milanello alle 13.40, poco prima della pioggia. Davvero preoccupante, per non dire drammatico, è l’incessante aumento dei prezzi delle materie prime – problema fra l’altro gravissimo per il nostro Paese, che ne è quasi privo – dal gas al petrolio, ai generi alimentari di prima necessità.

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